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Lo specchio nelle arti figurative



Un semplice oggetto può veramente dire molto sul nostro conto, sul nostro gusto estetico, sulla nostra personalità e il nostro modo di vedere la vita. Se tale oggetto viene poi scelto da un artista a far parte della sua creazione, esso potrebbe perfino caricarsi di un significato simbolico o dare un suggerimento (talvolta inconsapevole) sulle conquiste scientifiche del tempo.


L'esempio più simbolico è sicuramente quello del "Ritratto dei coniugi Arnolfini", dipinto nel 1434 da Jan Van Eyck e oggi conservato alla National Gallery di Londra.

Come è facile notare lo specchio ha qui una posizione centrale all’interno del dipinto e avendo una superficie convessa riesce per la prima volta a riflettere anche il retro della stanza mostrando non solo i testimoni dei due sposi ma Questo tipo di specchi era all’epoca molto diffuso e serviva ad allontanare gli spiriti maligni, mentre la cornice deca partita rappresentate scene della Passione cristiana, vuole alludere alla sacralità del matrimonio e alla purezza della giovane donna. In questo modo si unisce Fede e superstizione.

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Un esempio più recente è invece quello della “Mano con sfera riflettente” di Escher, del 1935 in cui l’autore ritrae se stesso con in mano una sfera-specchio nel proprio studio durante il periodo di soggiorno a Roma.

L’opera non ha qui nessun significato simbolico ma è il frutto dei numerosi studi di ottica e grafica che l’artista ebbe a conseguire nella sua carriera.



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